domenica 8 marzo 2015

Lotta alla mafia

Mafia, quando penso a questa parola mi vengono in mente tutte le persone straordinarie che hanno cercato di combatterla pagando con la vita, uno di questi è stato Paolo Borsellino la cui vita è stata spezzata alle 16.58 del 19 luglio 1992 mentre entrava in casa della madre,in via d'Amelio a Palermo, con lui persero la vita i ragazzi della scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina, Claudio Traina ed Emanuela Loi. Quel giorno il Magistrato aveva con sé l'agenda rossa dalla quale non si separava mai e nella quale era solito appuntare le sue riflessioni e le descrizioni dei colloqui investigativi che teneva. Dell'agenda, a quasi 23 anni dalla strage, non si sa nulla. Sulla scia della sete di verità e di giustizia del fratello Salvatore Borsellino, il 15 luglio 2007, è nato il Movimento Agende Rosse; diverse sono le iniziative portate avanti dal Movimento e volte ad incoraggiare la ricerca della verità. Lo scorso 7 marzo si è tenuto, grazie al lavoro delle Agende Rosse e presso il Palazzo dei Congressi Santo Volto l'incontro Lotta alla Mafia al quale sono intervenuti la regista Sabrina Guzzanti, il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio, Salvatore Borsellino, il sindaco di Messina Renato Accorinti, alla giornata organizzata dalle Agende Rosse grande assente il pm Nino di Matteo, ricordato più volte da tutti i presenti in sala per il suo impegno e per le minacce che è costretto a subire per il semplice fatto di fare bene il suo lavoro e di rendersi scomodo, per questo, ai piani alti del potere, il magistrato a poche ore dall'inizio del dibattito, ha dovuto rinunciare ad intervenire per motivi di sicurezza, quella sicurezza che dovrebbe essere garantita ai difensori della giustizia. Particolarmente toccanti sono state le parole di Borsellino, dettate dalla sua rabbia mista a voglia di giustizia e ricerca disperata della speranza che sembra aver perso ma che vuole ritrovare nei giovani, egli è infatti impegnato con le scuole perché è da lì che bisogna partire per stimolare un senso civico che possa cambiare le cose, perché le cose possono cambiare e lui è la conferma quando racconta di essere "scappato" da Palermo, da una realtà che non gli piaceva: è stata la perdita del fratello farlo tornare e a farlo impegnare per la giustizia. Il suo discorso non ha potuto mettere un freno alle lacrime di un pubblico informato e desideroso di un paese migliore.
Rotta dalla commozione è stata la voce del sindaco Acccorinti nei primi momenti del suo intervento ma, dopo pochi istanti, ha recuperato la sua energia che ha contagiato tutti i presenti, il sindaco ha posto l'accento su quanto sia fondamentale l'impegno di ognuno di noi nella lotta a questo fenomeno che continua a segnare negativamente il nostro territorio, non possiamo permetterci di dire che non lo possiamo fare perché mancheremmo di rispetto a quanti si sono battuti in nome delle nostre libertà.
Sabina Guzzanti ha invece parlato della difficile distribuzione del suo film La Trattativa e della voglia di vederlo che gli italiani le stanno dimostrando, al punto da non permetterle il rientro a casa per i prossimi due mesi, dice sorridendo. Si tratta di un film che, per tutta la sua durata, rende lo spettatore lucido offrendogli i mezzi per comprendere al meglio ciò che gli accade intorno e ciò che contamina il suo futuro, rende lo stesso spettatore attivo e lo stimola a continuare a parlarne anche dopo la proiezione, perché come ha affermato la regista, non si sta parlando della classica pellicola che richiede una pizza tra amici dopo il ciak finale ma di un qualcosa che mette in moto il cervello, i pensieri, le opinioni e perché no, fa venire voglia di attivarsi contro il prevalere di questo sistema tristemente corrotto; lo stesso sistema messo in luce da Marco Travaglio che mette in guardia dai nuovi politici che sembrano parte di un groviglio di "inciuci" difficilmente riconoscibili.
Emozionante è stato. inoltre, il video proiettato per concludere il dibattito, nel quale di Matteo si rivolge ai giovani invitandoli a non mettere da parte i propri ideali e a continuare a combattere per essei perché non sarà mai una battaglia persa, lo stesso video ha mostrato una folla di giovani pronti a scendere in piazza per lui, con una carica capace di togliere il fiato e commuovere.
L'incontro è durato più di tre ore e ha fatto uscire tutti i presenti arricchiti, con le lacrime agli occhi e con tanta voglia di fare, per noi, per le generazioni future e per tutti quelli che ci credevano e che hanno continuato a crederci fino alla fine dei loro giorni. Questa è l'Italia bella, l'Italia grande ed è da qui che dobbiamo ripartire, ognuno con un piccolo gesto ma che insieme al piccolo gesto delle altre persone andrà a formare qualcosa di grande... Io ci credo, voi? Mi sembra adeguato chiudere con Peppino Impastato, più volte nominato dai relatori e in particolare da Accorinti che apporrà una targa in suo ricordo nel suo ufficio. Anche lui "poteva come tanti scegliere partire, invece lui decise di restare"

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