domenica 20 dicembre 2015

Street dance e musica funky insieme contro il cyberbullismo. Led. Sen Sei e The Real Mother Funkers

Il cyberbullismo sembra essere il male dei nostri tempi e non accenna ad arrestarsi, sempre più giovani si trovano ad essere presi di mira dai compagni sui social network. Questo fenomeno è stato oggetto di una tre giorni organizzata dalla Misericordia di Certaldo in occasione dei festeggiamenti per i 400 anni della sua attività. Diversi sono stati gli appuntamenti, a cominciare dalla proiezione di un film sul tema, al quale ha seguito un dibattito con la psicologa Giulia Peccianti che ha attivato una linea telefonica volta a dare ascolto alle vittime di violenza online. Gli incontri si sono conclusi domenica 13 dicembre con un pomeriggio che potremmo definire alternativo e che ha visto come protagosta la street dance, forma artistica emblema della non violenza. Questa tipologia di ballo prese piede, infatti, nei ghetti americani, tra gli anni '70 e gli anni '80 quando le gang, per sifdarsi tra loro, cominciarono a posare i coltelli per sostituirli con passi di break dance. Negli anni '80 la street dance cominciò a spopolare, merito anche delle proiezioni che la fecero conoscere tramutandola in vera e propria forma di spettacolo. A parlare e. soprattutto, a far sperimentare questa forma d'arte, ci hanno pensato due b-boys (per chi non lo sapesse i b-boy sono i ballerini di break-dance): Salva Sen Sei, maestro e ballerino presso la scuola di ballo Lady Stefania di Poggibonsi
e Luca Miniati in arte B-boy Led, coreografo, insegnate e giudice che si avvicinò alla street dance proprio negli anni '80 lasciandosi guidare da grandi DJ americani del calibro di Africa Bambaataa. Luca Miniati si è guadagnato il titolo di campione italiano di Break Dance, Electric boogie e Hip Hop Newjackswing per sei volte e, ancora, non contento, si è portato a casa anche la medaglia d'argento dai campionati modiali di Hip Hop Newjackswing che si tennero a Basilea nel 1993.

Da non dimenticare è la sua partecipazione ai videoclip di artisti come i RUN DMC o, addirittura, al concerto di Natale in Vatiano nel 2003.<BR>Dopo un interessantissimo intervento durante il quale due B-boy che hanno parlato della loro esperienza e del loro pensiero rispetto al fenomeno preso in esame, i maestri hanno dato il via ad una vera e propria battle, se di battaglia vogliamo parlare, visto che Led ha tenuto a precisare che il suo concetto di battle è un confrontarsi nella maniera più produttiva e gioiosa possibile... e così è stato, Salva Sen Sei, Led e i rispettivi allievi, hanno cominciato ad alternarsi in mezzo alla piazza ballando a ritmo funky, prima sulla musica, accuratamente selezionata da Sen Sei e poi, sulle note del guppo funky The Real Mother Funkers che si è esibito dal vivo accompagnato dai passi, rigorosamente improvvisati, di questi scatenati ballerini di ogni età.

Si è trattato di uno spettacolo che ha mostrato il potere della musica e del ballo, forme d'arte che incontrandosi tra loro danno vita a qualcosa di grande e indescrivibile a parole e che possono coinvolgere bambini e ragazzi urlando loro che la vita è questa, e i visi, le espressioni entusiate dei bambini che ballavano senza sosta ne hanno dato la prova a tutti gli spettatori. I doverosi complimenti vanno ai Real Mother Funkers, ai b-boys Sen Sei , Led e a tutti i loro ragazzi e ai volontari della misericordia di Certaldo, in particolare Massimo e Tiziana, che hanno reso possibile questo spettacolo.

lunedì 14 dicembre 2015

La cité

Qualche sera fa, degli amici, mi hanno portato in un localino fiorentino del quale mi sono follemente innamorata. Si trova nel cuore di Firenze e se amate i libri, la musica dal vivo, una buona tisana o un bel bicchiere di vino, o ancora meglio, tutte queste gioie insieme, non potete fare altro che fare un salto. Il locale si chiama La Cité e si trova esattamente in borgo san Frediano, non particolarmente grande, La Cité vi accoglie con i suo scaffali pieni di libri pronti per essere sfogliati sorseggiando un drink da avventori assetati di cultura. Si tratta, nello specifico, di un caffè libreria che, messo in piedi da soci provenienti da diversi ambienti culurali, si è aperto ad ogni forma di cultura, ogni sera, infatti, ci si imbatte in un concertino rock, rigorosamente dal vivo, in un autore che presenta l'ultimo libro, in uno spettaccolo di balli tradizionali, in un concerto di musica cubana... Insomma, ce n'è per tutti i gusti. Andate e fatemi sapere!




martedì 8 dicembre 2015

Lumière

E se le luci potessero raccontare la storia di una città? Chi, lo scorso fine settimana ha visitato San Gimignano, può dirvi che non solo è possibile ma è anche molto suggestivo. Il 5 e 6 dicembre scorsi, dalle 18:00 alle 22:00, le torri, le case, le porte, le chiese della splendida cittadina senese, sono diventate schermi che hanno proiettato, ad un pubblico senza fiato, le storie della loro città, dando il via alla terza edizione di Lumère, uno spettacolo mozzafiato in cui luce e sogno sono i veri protagonisti. Passeggiando su un tappeto nero posto a coprire tutte le vie della città e accompagnati da suoni tipici del sottobosco i visitori si sono ritrovati all'interno di una realtà sospesa tra sogno e realtà nella quale gli edifici diventano i primi narratori in scena . A questo proposito come non ricordare la facciata del duomo che è diventata una vera e propria tela sulla quale Alessio Trini, con la strabiliante tecnica del light drawing ha dato vita ad un reale dipinto dipinto  accompagnato in sottofondo dalla lettura dei sonetti di Folgore da San Gimignano e dalle note incantevoli di una flautista.




La piazza Sant'Agostinosi si è tramutata, invece, in un bosco  incantato che ha fatto da scenario al concerto Lux Nativitas.


Una vera magia che ha scaldato un freddo fine settimana di dicembre e nella quale non vediamo l'ora di rientrare.

lunedì 7 dicembre 2015

Expo

Sono in ritardo per parlare di Expo?  Ormai sono più di due mesi che l'esposizione universale targata Milano ha chiuso i battenti, non sono riuscita a dirvi la mia oper motivi tecnici ma se mi è concesso recupero, ovviamente non per invitarvi a vedere le bellezze degli stand ma semplicemente per un confronto di opinioni, diciamo, a scoppio ritardato. Sono riuscita a visitare l'allestimento a fine settembre e se devo dire, ne ho avuto un'ottima impressione, da un punto di vista prettamente logistico, non posso che fare i complimenti agli organizzatori, le code c'erano ma erano tutto sommato ben gestite e soprattutto, scorrevoli, nella maggior parte dei padiglioni. anche se ho fatto anch'io le mie due ore di coda al padiglione Italia. Ho potuto dedicare una sola giornata alla visita, che avrebbe meritato un tour molto più approfondito. Ho percepito i diversi stand come delle vetrine che non avevano la pretesa di riassumere in pochi dettagli la storia, il vissuto di un paese ma, al contrario, volevano dare gli strumenti preliminari per meglio comprenderli e se possibile andare sul posto con una chiave di lettura più ricca. Personalmente credo che a tal proposito abbia funzionato alla grande il padiglione della Thailandia, con il suo "Ngob" il tradizionale cappello dei lavoratori del riso, che rappresentava l'area principale del padiglione e al cui interno veniva proiettato un video sugli elementi cardine dell'alimentazione del paese, proseguendo con la visita si veniva intrattenuti da un altro video, questa volta sulle tecniche culinarie e sui cibi importantissimi per la nostra nutrizione, come il riso di cui la Thailandia è il maggior esportatore, concludeva il percorso un'ultima proiezione sul Re Bhumibol Adulyadej, primo promotore, anche soprattutto dal punto di vista pratico, di un'agricoltura sostenibile. Confesso di essere stata particolarmente ignorante in materia, ho scoperto di conoscere molto poco di questo straordinario paese e se Expo mi ha dato la possibilità di colmare le mie lacune o di stimolare la mia curiosità ben venga. Se ha aperto gli occhi sugli stessi aspetti dell'Italia va benissimo. Come ho accennato poco prima, per visitare il padiglione Italia ho sperimentato una bella coda ma ero troppo curiosa di vederlo per lasciar perdere e non mi ha deluso,, anche qui ho scoperto vari elementi delle economie agricole regionali che, per la maggior parte, non conoscevo. C'è chi si è lamentato del fatto che non si sia toccato il tema della fame del mondo, problema da risolvere ma sicuramente in una sede più adatta, chi è rimasto deluso dalla mancanza di punti di degustazione, non era una fiera alimentare, Expo ha rappresentato la possibilità di far conoscere le realtà culinarie dei diversi paesi ma partendo dalla produzione, non voleva essere una trasmissione culinaria, io l'ho interpretato come un tentativo di stimolare la voglia di conoscere e comprendere e voi?